Donald Trump ha firmato davanti ai cronisti nello Studio Ovale l’ordine esecutivo che sancisce il ritiro degli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità.
Detto, fatto. Lo aveva promesso in campagna elettorale e già nel giorno del suo insediamento lo ha realizzato: il 47° presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in polemica netta con l’OMS e soprattutto per la gestione del Covid, ha decretato con un ordine esecutivo l’uscita degli Usa da quell’ Oms di cui il suo Paese è stato tra i fondatori nel 1948 ed è ancora oggi il principale finanziatore. Nella prima settimana di febbraio è in calendario l’Executive Board dell’Oms, passaggio necessario per notificare la decisione.
Il testo dell’ordine cita: “La cattiva gestione della pandemia di Covid-19 sorta da Wuhan, Cina, e altre crisi sanitarie globali”, nonché “la mancata adozione di riforme urgenti e l’incapacità di dimostrare indipendenza da influenze politiche inopportune di Stati membri”. L’Oms viene inoltre accusata di “continuare a chiedere pagamenti ingiustamente onerosi” agli Stati Uniti.
Alcuni dati – L’uscita degli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, significherebbe per l’Oms perdere l’attuale primo finanziatore. Gli Usa partecipano, infatti, con quasi 1 miliardo di dollari di contributi per il biennio 2024-2025 su un budget totale di 6,5 miliardi, a cui si aggiungono circa 2 miliardi di risorse legate a interventi di emergenza o specifiche finalità. Il finanziamento dell’Oms avviene attraverso due canali principali: i contributi fissi (assessed), versati dagli Stati membri e fissati sulla base di parametri come il Pil e la popolazione e i contributi volontari versati, oltre che dagli Stati membri, anche da soggetti privati (la Bill and Melinda Gates Foundation è la prima tra questi, con 646 milioni nel biennio 24-25). Secondo la piattaforma pubblica dell’Oms sui propri finanziamenti, gli Stati Uniti, nell’ultimo biennio hanno destinato all’agenzia 260 milioni di contributi fissi e 698 milioni di contributi volontari.
Intanto, se Trump dice addio all’Oms, Joe Biden grazia preventivamente l’immunologo Anthony Fauci e il generale in pensione Mark Milleyltre, oltre a graziare diversi membri della sua famiglia.
E’ bene ricordare: di quando fu introdotta la libertà di non vaccinarci, ma senza più lavorare; di quando stare a casa era una virtù, di quando eravamo liberi di uscire “mascherati” e curarci ed altre cose belle per il nostro bene. Un nuovo dovere civico per proteggere noi stessi e tutto l’universo mondo! E’ bene ricordare, che in quel mentre, qualcuno dubitò e provò a tirare il freno a mano!
L’OMS “si rammarica” della decisione degli Stati Uniti. DISPIACE.
Rete Liberale – redazione ndg
23GEN2025 – aggiornamento / “Oggi, contestualmente a questa conferenza stampa, depositiamo un Ddl per l’abrogazione del decreto legislativo del 1947 che ci lega all’Oms. Altri Paesi stanno seguendo questa strada, ad esempio l’Argentina. Questa uscita dall’Oms è doverosa rispetto a organismi sovranazionali che hanno un eccesso di potere e dobbiamo recuperare la sovranità. Un terzo del bilancio dell’Oms, 1 miliardo di dollari, va negli stipendi del personale, che sono in media di 150mila euro. Stipendi esentasse e in più esenti da qualsiasi giurisdizione. Solo per i viaggi spendono 160 milioni di dollari all’anno. L’Italia contribuisce con circa 100 milioni, che secondo noi potrebbero andare nella lotta all’antibiotico resistenza, ad esempio”.
Lo ha detto il senatore della Lega Claudio Borghi, in una conferenza stampa alla Camera dedicata proprio al tema dell’uscita dell’Italia dall’Organizzazione mondiale della sanità, via che gli Usa di Donald Trump hanno intrapreso. Insieme a Borghi anche il deputato della Lega Alberto Bagnai e il chirurgo Roy De Vita.